Itinerari della Trachite - Itinerario del monastero di San Salvatore di Giugnano
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Di grande fascino e suggestione anche le rovine del monastero di Giugnano che sono nella valle del torrente Bai, tra i borghi di Roccastrada e Montemassi, sopra un affioramento roccioso di trachite. La prima attestazione del monastero benedettino risale al 1075. Agli inizi del XIII secolo il monastero passò sotto il controllo dei monaci cistercensi di San Galgano a Monte Siepi, che lo trasformarono in grancia. Sullo scorcio del XIII secolo ai cistercensi subentrarono gli eremiti dell’ordine agostiniano. A questi ultimi è stata storicamente attribuita la costruzione di una nuova aula di culto, situata poche decine di metri ad est della cripta.
Del monastero si conservano soltanto la cripta e labili tracce del soprastante edificio ecclesiastico. La sala interrata ha una pianta di forma rettangolare conclusa da un’abside circolare, suddivisa internamente in tre navate da quattro colonne. Il ricco ed elaborato apparato decorativo riprodotto nella scultura dei capitelli in trachite, tutti diversi tra loro, è accomunato da una cura estrema per il dettaglio, che rende probabilmente il gruppo di Giugnano la manifestazione più elevata di scultura medievale su pietra riolitica giunta sino ad oggi.
Del monastero si conservano soltanto la cripta e labili tracce del soprastante edificio ecclesiastico. La sala interrata ha una pianta di forma rettangolare conclusa da un’abside circolare, suddivisa internamente in tre navate da quattro colonne. Il ricco ed elaborato apparato decorativo riprodotto nella scultura dei capitelli in trachite, tutti diversi tra loro, è accomunato da una cura estrema per il dettaglio, che rende probabilmente il gruppo di Giugnano la manifestazione più elevata di scultura medievale su pietra riolitica giunta sino ad oggi.