aller au contenu aller au menu principal

Menu di navigazione

San Salvatore di Giugnano

À propos

Storia
Considerata dubbia la citazione del monastero in due atti, l’uno del 867/868 e l’altro del 964, la prima testimonianza documentaria certa risale al secolo XI: tra i beni donati dal conte aldobrandesco Ildebrando (V) alla chiesa di S.Andrea di Montemassi nel settembre 1075/1076 è compreso, infatti, un cerreto situato in aderenza ad una via publica e in prossimità di terre pertinenti al "monasterio de Gungnano"; in seguito un privilegio emanato da Innocenzo II nel 1140 cita un Benedetto, abate del monastero sancti Salvatoris de Juniano.

In base al contenuto di tale atto risulta che i beni del monastero erano concentrati in diverse aree di notevole entità, controllate allora dagli Aldobrandeschi, Ardengeschi e Guiglieschi.

Nonostante che le vicende dell'abbazia di Giugnano durante il secolo XII rimangono coperte da un cono d'ombra, per l'assenza di fonti, si può individuare per il ricco ente monastico un periodo di crisi nel corso della seconda metà del 1100 e un avvicinamento dei monaci alla spiritualità riformata, dal momento che agli inizi del '200 Giugnano passò alle dipendenze del monastero cistercense di S. Galgano a Monte Siepi, proprio a pochi anni dall'ingresso di quest'ultimo nella congregazione riformata.

Furono i signori di Lattaia a vendere per 200 lire a Galgano, abate del monastero omonimo, alcune terre situate nel territorio di Lattaia nonché i diritti vantati sull'abbazia di Giugnano, confermata poi da un privilegio Innocenzo III, Il monastero di Giugnano fu presto organicamente inserito nella struttura economico-amministrativa facente capo a S. Galgano e venne trasformato in "grancia", come d’altronde accadde ad altri beni posseduti da Giugnano nel territorio di Grosseto.

Ai monaci di S. Galgano, sicuramente prima del 1304, subentrarono nel controllo del complesso patrimoniale di Giugnano gli Agostiniani di S.Lucia di val di Rosia (convento urbicato tra Montarrenti e Rosia) e di S. Antonio di Ardenghesca (convento situato presso Casale di Pari), forse attraverso l'insediamento di eremiti guglielmiti presso l'antico cenobio, come potrebbe indicare il toponimo San Guglielmo che ne designava i ruderi nel primo Novecento.

A pochi anni dalle fasi più drammatiche della recessione demografica che colpì la Maremma in occasione della Peste Nera, i due conventi reputarono scarsamente conveniente mantenere il possesso di queste terre e se ne disfecero, come emerge dall'autorizzazione alla vendita emessa dal Priore Generale Gregorio da Rimini nel 1357.

Architettura

Nascosta dalle ombrose fronde di un boschetto di lecci, la cripta di Giugnano costituisce l’unica struttura superstite di un vasto complesso monastico precocemente decaduto, cui proprio la singolare collocazione e conservazione conferiscono un fascino particolare. Oggi vi si accede attraverso un varco praticato nella volta, scendendo gli instabili gradini di una scala a pioli, ma le bozze di pietra ed i muretti sparsi in superficie per un raggio di circa 200 metri quadrati testimoniano come anche quest’area fosse in origine edificata. Risaliamo in questo modo approssimativamente all’impianto del primitivo edificio di culto, una chiesa ad aula o a croce latina, conclusa da un abside, orientata e larga quanto la cripta sottostante, cui probabilmente si affiancavano anche alcune strutture destinate alla vita comune del clero.

Con la crisi del monastero, queste andarono velocemente in rovina, tanto da non esser nemmeno menzionate nelle visite degli auditori granducali e dei vescovi, che del resto sembrano non conservare neanche la memoria di questo antico monastero. Al totale degrado dei suoi edifici concorse la successiva frequentazione di queste zone, dove a partire dal Trecento la Repubblica di Siena promosse un’intensa attività mineraria e metallurgica, probabilmente accompagnata da sistematiche demolizioni finalizzate al recupero del materiale da costruzione.

La posizione appartata e le buone condizioni statiche hanno invece preservato la cripta, che fino all’intervento di restauro della metà degli anni Settanta era in gran parte interrata. La cripta è costituita da un unico vano rettangolare, concluso ad oriente da una grande abside e diviso in tre navatelle da quattro sostegni, sui quali s’innesta la copertura voltata, che alcune mensole raccordano ai muri perimetrali dell’edificio. Le volte, a crociera o di forma approssimativamente triangolare, delimitate e rinforzate da sottarchi, sono costituite da pietrame di varia natura, avvolto in un abbandonate letto di malta e nascosto in origine da un intonaco, di cui restano sporadiche tracce. Accanto alle grosse mensole, si distinguono in particolare i quattro sostegni, cui gli scalpellini hanno dato forme diverse. In sintonia con i gusti del tempo, anche la decorazione dei capitelli adotta soluzioni diverse, che su ogni blocco di pietra rinnovano le antiche tipologie: l’uno presenta forme vagamente ioniche, due recuperano il repertorio vegetale dei prototipi corinzi, che combinano a nuove e misteriose raffigurazioni, l’ultimo infine, di forma cubica, sembra volutamente ignorare le tipologie canoniche per compiere un’autonoma ricerca estetica.

All’interno della cripta, comunque di proporzioni modeste, la comunità monastica poteva svolgere funzioni di culto diverse ed addirittura radunarsi per la sinassi eucaristica: la cripta non era più concepita come semplice passaggio verso le reliquie o le tombe venerate, ma vi individuavano una chiesa secondaria dove i fedeli potevano sostare a pregare.

In definitiva, come nella planimetria della cripta, così nella decorazione dei capitelli, Giugnano si pose all’interno di un clima di sperimentalismo architettonico, di rinnovamento della tradizione che caratterizza tutto l’XI secolo. Le forme antiche vengono interpretate con una nuova libertà, adattate alle necessità empiriche, rielaborate fino ad assumere nuove conformazioni.

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito? 1/2
Dove hai incontrato le maggiori difficoltà? 1/2
Vuoi aggiungere altri dettagli? 2/2
Inserire massimo 200 caratteri

Questo sito utilizza cookie tecnici e, quali cookie di terze parti, esclusivamente Google Analytics in forma aggregata ed anonima.
Clicca su "Accetto" per acconsentire all'utilizzo dei cookies sopraindicati.

Leggi la Cookies policy
Si tratta di cookies tecnici indispensabili al funzionamento del sito
Consentono di monitorare le visite al sito (statistiche) e per farti visualizzare messaggi pubblicitari coerenti con le preferenze ed i gusti da te manifestati durante la tua navigazione su Internet