Borgo di Roccastrada
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Roccastrada risultò essere nel medioevo un modesto castello dei Conti Aldobrandeschi alla cui amministrazione era preposto un castaldo. Nella bolla di Innocenzo II dell'aprile 1140, riguardante le proprietà del Monastero di S. Salvatore di Giugnano, venne ricordata per la prima volta, attestata come centro di un territorio, e questo dimostra la sua importanza come castello; fino al 1188 sarà chiamata Rocca di Fabiano. Sotto il ramo dei Conti Aldobrandeschi di Santa Flora, il paese seguì la sorte di tanti coevi borghi maremmani passando dai sopraddetti feudatari alla Repubblica Senese. Dopo la distruzione dei castelli di Fornoli e Torri di Maremma da parte dei Guelfi alla fine del XIII e inizio XIVsec., perché rifugio con Roccastrada stessa dei Ghibellini, e del castello di Sassoforte da parte della Repubblica Senese, Roccastrada rimase senz'altro il punto di riferimento più importante di quell'area. Le sue condizioni migliorarono leggermente durante il principato mediceo e poi con i Lorena, quando Roccastrada fu sede di podesteria estendendo la giurisdizione a diversi comuni limitrofi.
Il borgo medievale e la Chiesa di S. Niccolò
Il centro storico si svolge lungo il crinale di una "terrazza" di roccia riolitica dove le modeste abitazioni del borgo convergono verso le "carceri", vecchio centro politico dell'antico castello.Niente resta delle antiche difese e della rocca ad eccezione di un tratto delle mura, a levante, sul quale sono state alzate le case. A ponente probabilmente non sono mai state opere di difesa significative, per la presenza di una parete di roccia a strapiombo spaccata in giganteschi massi. Nel vecchio paese le abitazioni patrizie conservano bei particolari decorativi scalpellati nella pietra locale tra cui camini, portali, finestre ad edicola. L’uso della trachite è stato recentemente riprodotto nelle opere di due scultori francesi, interpreti della vecchia tradizione degli scalpellini. Nel lavoro di Renaux François detto Jules, posto all’entrata del centro storico a partire dalla principale piazza Gramsci, si affronta il tema del rapporto tra presente e passato, costruendo un monolite scolpito le cui facce poste al vertice, l’una di un bambino e l’altra di un vecchio, sono rivolte in direzione opposte e sono separate da un disco di pietra rappresentante il divenire del tempo, secondo i canoni mitologici dei Limes Romani. In quello di Vincenzo Du Bois, le due pietre simboleggianti le due anime che caratterizzano urbanisticamente il nostro territorio, quella medievale e quella moderna, due epoche, formano però un tutto unico. Un blocco di trachite spaccato in due lascia intravedere due fossili, uno per ciascuna pietra, fratelli ma nemici; il primo fossile rappresenta una foglia come impronta della natura, l’altro una mano umana, a rappresentare la dualità perenne tra uomo e natura, tra civilizzazione e ambiente.
I caratteri architettonici della parrocchiale di Roccastrada sono il frutto dei numerosi rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli. La più antica testimonianza che ricorda una "Ecclesia" dedicata a S. Niccolò in Roccastrada risale al 1276 anche se, verosimilmente, la sua nascita può essere collocata contestualmente alla fondazione del castello, documentato già alla metà del secolo XII. E' probabile, tuttavia, che il primitivo edificio religioso sorgesse in luogo diverso rispetto all'attuale, troppo distanziate dalla sommità della "rocca" su cui si ergeva il castello. Infatti, in situazione più elevata, nell'attuale piazzetta delle "Carceri", sono riconoscibili le tracce di un piccolo ambiente absidato che potrebbe essere identificato con la chiesa più antica. L'ubicazione periferica, le notevoli dimensioni ed i caratteri stilistici e volumetrici delle strutture medievali riconoscibili nell'attuale chiesa di S. Niccolò sembrano indicare radicali interventi architettonici duecenteschi, cui è da riferire anche una iscrizione lapidea data 1283, oggi conservata nella canonica e precedentemente collocata nell'architrave della porta principale. In età moderna (verosimilmente nel corso del XVII secolo) ai lati dell'edificio ecclesiale ad aula absidata vennero aggiunti due ambienti simmetrici coperti a volta, che produssero un impianto a croce latina. Successivamente al 1822 l'area presbiteriale venne ulteriormente ampliata con la demolizione dell'abside medievale (elementi decorativi forse provenienti da questa struttura sono oggi conservati in località “Collese”) e la realizzazione di una terminazione piatta. Ancora posteriore (1953) è il rivestimento in mattoni e travertino della facciata, precedentemente aperta da un oculo circolare ad oggi caratterizzata da un freddo neoclassicismo.
All'interno sono da segnalare due affreschi della metà del sec. XVI, recentemente restaurati a cura dell'Archeoclub di Roccastrada, attribuiti a Giovanni Maria di ser Giovanni Tolosani e raffiguranti un'Annunciazione e una Madonna con il Bambino, e una fonte battesimale del XVI secolo.
Recentemente restaurato, il Teatro Comunale dei Concordi sta diventando un vivo centro di vita culturale. Posto sull’asse vario principale che attraversa il centro moderno di Roccastrada, il teatro si affaccia su via Roma con il suo elegante prospetto neocinquecentesco diviso in due zone orizzontali concluse da un attico a balcone e riccamente decorato con cornici marcapiano e con le modinature che incorniciano le finestre del primo piano e i tre ingressi del piano terra. L’edificio risale al 1870, quando la locale Accademia filodrammatica dei Concordi, coadiuvata dal Comune, ne affidò i lavori di progettazione e costruzione all’ingegnere Timoleone Crocchi; il 6 agosto 1872 fu inaugurato e prese il nome di Teatro dei Concordi.
Il borgo medievale e la Chiesa di S. Niccolò
Il centro storico si svolge lungo il crinale di una "terrazza" di roccia riolitica dove le modeste abitazioni del borgo convergono verso le "carceri", vecchio centro politico dell'antico castello.Niente resta delle antiche difese e della rocca ad eccezione di un tratto delle mura, a levante, sul quale sono state alzate le case. A ponente probabilmente non sono mai state opere di difesa significative, per la presenza di una parete di roccia a strapiombo spaccata in giganteschi massi. Nel vecchio paese le abitazioni patrizie conservano bei particolari decorativi scalpellati nella pietra locale tra cui camini, portali, finestre ad edicola. L’uso della trachite è stato recentemente riprodotto nelle opere di due scultori francesi, interpreti della vecchia tradizione degli scalpellini. Nel lavoro di Renaux François detto Jules, posto all’entrata del centro storico a partire dalla principale piazza Gramsci, si affronta il tema del rapporto tra presente e passato, costruendo un monolite scolpito le cui facce poste al vertice, l’una di un bambino e l’altra di un vecchio, sono rivolte in direzione opposte e sono separate da un disco di pietra rappresentante il divenire del tempo, secondo i canoni mitologici dei Limes Romani. In quello di Vincenzo Du Bois, le due pietre simboleggianti le due anime che caratterizzano urbanisticamente il nostro territorio, quella medievale e quella moderna, due epoche, formano però un tutto unico. Un blocco di trachite spaccato in due lascia intravedere due fossili, uno per ciascuna pietra, fratelli ma nemici; il primo fossile rappresenta una foglia come impronta della natura, l’altro una mano umana, a rappresentare la dualità perenne tra uomo e natura, tra civilizzazione e ambiente.
I caratteri architettonici della parrocchiale di Roccastrada sono il frutto dei numerosi rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli. La più antica testimonianza che ricorda una "Ecclesia" dedicata a S. Niccolò in Roccastrada risale al 1276 anche se, verosimilmente, la sua nascita può essere collocata contestualmente alla fondazione del castello, documentato già alla metà del secolo XII. E' probabile, tuttavia, che il primitivo edificio religioso sorgesse in luogo diverso rispetto all'attuale, troppo distanziate dalla sommità della "rocca" su cui si ergeva il castello. Infatti, in situazione più elevata, nell'attuale piazzetta delle "Carceri", sono riconoscibili le tracce di un piccolo ambiente absidato che potrebbe essere identificato con la chiesa più antica. L'ubicazione periferica, le notevoli dimensioni ed i caratteri stilistici e volumetrici delle strutture medievali riconoscibili nell'attuale chiesa di S. Niccolò sembrano indicare radicali interventi architettonici duecenteschi, cui è da riferire anche una iscrizione lapidea data 1283, oggi conservata nella canonica e precedentemente collocata nell'architrave della porta principale. In età moderna (verosimilmente nel corso del XVII secolo) ai lati dell'edificio ecclesiale ad aula absidata vennero aggiunti due ambienti simmetrici coperti a volta, che produssero un impianto a croce latina. Successivamente al 1822 l'area presbiteriale venne ulteriormente ampliata con la demolizione dell'abside medievale (elementi decorativi forse provenienti da questa struttura sono oggi conservati in località “Collese”) e la realizzazione di una terminazione piatta. Ancora posteriore (1953) è il rivestimento in mattoni e travertino della facciata, precedentemente aperta da un oculo circolare ad oggi caratterizzata da un freddo neoclassicismo.
All'interno sono da segnalare due affreschi della metà del sec. XVI, recentemente restaurati a cura dell'Archeoclub di Roccastrada, attribuiti a Giovanni Maria di ser Giovanni Tolosani e raffiguranti un'Annunciazione e una Madonna con il Bambino, e una fonte battesimale del XVI secolo.
Recentemente restaurato, il Teatro Comunale dei Concordi sta diventando un vivo centro di vita culturale. Posto sull’asse vario principale che attraversa il centro moderno di Roccastrada, il teatro si affaccia su via Roma con il suo elegante prospetto neocinquecentesco diviso in due zone orizzontali concluse da un attico a balcone e riccamente decorato con cornici marcapiano e con le modinature che incorniciano le finestre del primo piano e i tre ingressi del piano terra. L’edificio risale al 1870, quando la locale Accademia filodrammatica dei Concordi, coadiuvata dal Comune, ne affidò i lavori di progettazione e costruzione all’ingegnere Timoleone Crocchi; il 6 agosto 1872 fu inaugurato e prese il nome di Teatro dei Concordi.